Sono ovunque, dalle bibite energetiche ai piatti preconfezionati: gli zuccheri aggiunti rischiano di vanificare anche l’igiene orale più completa. Luigi Paglia, odontoiatra e chirurgo maxillo-facciale, ci aiuterà a fare chiarezza per imparare a conoscere e sconfiggere questi nemici occulti.
Dottore, gli zuccheri fanno parte della categoria dei carboidrati; sono contenuti in molti alimenti e sono tra le principali fonti di energia per il nostro organismo. Quanto assumerne?
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità è bene evitare di aggiungere zuccheri agli alimenti nei bambini al di sotto dei 2 anni di età e limitarne il consumo a massimo il 10% del fabbisogno calorico giornaliero nei bambini dai 2 ai 9 anni. L’Associazione Americana di Cardiologia ha espresso il proprio parere di ridurre ulteriormente le dosi limitando lo zucchero nei bambini e ragazzi dai 2 ai 18 anni ad un massimo di 25 grammi al giorno (circa 6 cucchiaini). Queste raccomandazioni riguardano solo monosaccaridi (glucosio e fruttosio) e disaccaridi (saccarosio) aggiunti ad alimenti e bevande nonché gli zuccheri naturalmente presenti in miele, sciroppi, succhi di frutta e concentrati di succhi di frutta. Sono esclusi gli zuccheri presenti nella frutta fresca e nei vegetali o, ancora, quelli naturalmente presenti nel latte, poiché non vi sono evidenze di effetti avversi legati alla loro assunzione.
Sappiamo che gli zuccheri aggiunti sono in moltissimi prodotti alimentari che consumiamo abitualmente?
Si tratta di zuccheri presenti negli alimenti di origine industriale, non solo nelle bibite e nei succhi di frutta, ma anche in prodotti insospettabili come alimenti preconfezionati e precotti, ad esempio bastoncini di pesce, cotolette di pollo, crackers, pane per hamburger, prosciutto cotto, sughi e salse.
Quali danni comporta l’eccessiva assunzione di zuccheri?
Il principale danno a breve termine è sicuramente rappresentato dalla carie dentale. Zuccheri e carboidrati fermentabili in genere, dopo essere stati idrolizzati dall’amilasi salivare, forniscono un substrato per l’azione dei batteri acidogeni presenti nel cavo orale (Streptococchi mutans e Lactobacilli in particolare), i quali riducono il pH della saliva e della placca, determinando la dissoluzione (demineralizzazione) della componente minerale dei tessuti dentali e favorendo l’instaurarsi della lesione cariosa. Negli ultimi decenni, l’American Academy of PediatricDentistry ha introdotto la definizione di EarlyChildhoodCaries (ECC), manifestazione precoce della malattia cariosa che si sviluppa nei bambini di età inferiore ai 6 anni, a volte anche prima del compimento dei 2 anni di vita. Si tratta di una patologia ampiamente diffusa su scala mondiale, con un’alta incidenza in Europa e in Italia. È stato dimostrato che i bambini che sviluppano ECC seguono una dieta caratterizzata da un’elevata assunzione di zuccheri liberi, specialmente sotto forma di bevande (succhi di frutta, tè dolci, soft drinks). Anche il ruolo causale delle caramelle e del ciuccio imbevuto nel miele o nello zucchero non è affatto trascurabile. Considerando la tenera età dei pazienti affetti e le gravi conseguenze di questa patologia, è opportuno adottare un atteggiamento di tipo preventivo più precocemente possibile.
Tuttavia, a lungo termine, l’eccessiva assunzione di zuccheri può causare l’insorgenza di malattie croniche non trasmissibili .
Dottore, quali malattie croniche e sistemiche sono legate all’assunzione di zuccheri in eccesso nel corso degli anni e che importanza ha prevenirle?
L’assunzione eccessiva di zuccheri aggiunti può:
- favorire l’instaurarsi una vera e propria malattia del metabolismo lipidico caratterizzata da un eccessivo accumulo di grasso nelle cellule epatiche: la Steatosi Epatica Non-Alcolica(NAFLD). La NAFLD ha raggiunto negli ultimi vent’anni proporzioni epidemiche anche tra i più piccoli, diventando la malattia epatica cronica pediatrica più diffusa. In Italia si stima che circa il 15% dei bambini ne sia affetto,raggiungendo l’80% tra i bambini obesi. La conferma scientifica proviene da uno studio condotto dai ricercatori dell’area di Malattie Epato-Metaboliche dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù su 271 bambini e ragazzi sovrappeso o obesi affetti da NAFLD e pubblicato sul Journal of Hepatology.
- favorire l’insorgenza di resistenza insulinica, generata da complessi meccanismi biochimici. L’iperglicemia persistente che ne deriva stimola il pancreas a secernere quantità maggiori di insulina, determinando così iperinsulinemia (Diabete Mellito di Tipo 2 o DMT2). Negli adolescenti e nei giovani adulti, il dmt2 sembra essere più aggressivo che nei soggetti adulti, dimostrando una minore risposta al trattamento convenzionale ed un più alto tasso di mortalità. Un recente studio ha dimostrato che un bambino obeso ha un rischio 4 volte maggiore di sviluppare DMT2 entro i 25 anni rispetto ad un bambino normopeso. Un’altra metanalisi ha evidenziato che i bambini che fanno largo consumo di bevande zuccherate (1-2 dosi al giorno) hanno un rischio maggiore del 26% di sviluppare DMT2 rispetto a quelli che ne assumono meno (nessuna/< 1 dose al mese).
- favorire l’insorgenza di obesità, un fattore di rischio significativo nella patogenesi della Sindrome delle Apnee Ostruttive del Sonno (OSAS), poiché altera l’anatomia e la collassabilità delle vie aeree e altera il controllo respiratorio.
Come possiamo ridurne l’assunzione?
Prediligendo cibi freschi (frutta e verdura di stagione) e cereali integrali, cibi che richiedano una masticazione , quindi non passati né frullati (ad esempio, meglio mangiare un mela o morsi e non frullarla), riducendo il consumo di bevande zuccherate (ad esempio bibite gassate, succhi di frutta, tè freddo, energydrinks), non presentando lo zucchero come “il premio” con cui ricompensare il bambino per un comportamento corretto, non aggiungendo MAI zucchero agli alimenti nei bambini fino ai 2 anni, impostando sin da subito delle corrette abitudini alimentari.
Dottore, gran parte della sua attività di ricerca e il lavoro clinico è nell’ambito dell’odontoiatria pediatrica. Quali sono i consigli per l’igiene orale dei più piccoli?
Premesso che un ruolo fondamentale nell’insorgenza della carie in età infantile è la trasmissione di batteri cariogeni dai genitori ai figli, è fondamentale che essi curino scrupolosamente la propria igiene orale domiciliare. E’ poi opportuno cominciare ad effettuare l’igiene orale nel bambini fin dalla tenera età, pulendo le gengive ancor prima che erompano i denti da latte, usando spazzolino e dentifricio fluorato sin dalla comparsa del primo dentino, che avviene generalmente intorno ai 6 mesi.
In questo caso quale spazzolino bisogna usare?
Raccomandiamo l’utilizzo di uno spazzolino con testina piccola e setole morbide dopo ogni pasto principale (quindi almeno 2 volte al giorno), meglio se elettrico quando tutti i dentini da latte sono erotti. Il singolo spazzolamento deve durare circa 2 minuti affinchè sia realmente efficace!
Quale dentifricio preferire?
Sicuramente un dentifricio contenente fluoro, in quantità variabile a seconda dell’età. E’ raccomandato l’utilizzo di un dentifricio contenente 500 ppm di fluoro fino ai 3 anni, 1000 ppm dai 3 ai 6 anni, fino a 1450 ppm dopo i 6 anni. Nei primi anni di vita infatti, il riflesso della deglutizione non è ancora ben sviluppato e i bambini rischiano di ingerire un quantitativo più o meno importante di dentifricio, e quindi di fluoro, durante l’igiene orale. Ecco perché determinanti risultano l’utilizzo di un dentifricio adeguato all’età e la supervisione di un adulto.
Luigi Paglia è Odontoiatra e Chirurgo Maxillo-Facciale pastPresident della Società Italiana di Odontoiatria Infantile e della Società Italiana di Traumatologia Dentale. Dirige il Dipartimento di Odontoiatria Materno-Infantile dell’Istituto Stomatologico Italiano di Milano. Autore di 5 testi in campo Odontoiatrico e di oltre 150 lavori Scientifici. E’ Editor in Chief dell’European Journal of PediatricDentistry e Direttore Scientifico della rivista Il Dentista Moderno