Il ministro della Salute Roberto Speranza oggi in Aula ha riferito le principali novità sul vaccino per il Covid-19
“L’Italia ha opzionato 202.573.000 dosi di vaccino, che rappresenterebbero una dotazione sufficientemente ampia per poter potenzialmente vaccinare tutta la popolazione e conservare delle scorte di sicurezza con le conoscenze oggi a nostra disposizione è molto probabile che saranno necessarie due dosi per ciascuna vaccinazione, a breve distanza temporale“. Così il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha informato l’Aula in merito alla prossima campagna vaccinale prevista per il 2021. Speranza ha però ricordato nella parte centrale del suo intervento “che non vi è ancora evidenza scientifica sui tempi esatti di durata dell’immunità prodotta dal vaccino”.
Un’incertezza di grande rilievo per cittadini e realtà produttive che con il Natale avanzano con insistenza pressante la richiesta di riprendere a vivere e lasciare nel 2020, nuovo annus horribilis per eccellenza, una pandemia che ha messo in ginocchio l’economia globale e ha colpito duramente anche chi non ha contratto il Covid-19. Ma l’anno non è ancora finito e il governo, per bocca del ministro, ha chiarito che non ci sarà nessuna apertura indiscriminata: “L’orientamento è che durante le feste natalizie vanno disincentivati gli spostamenti internazionali e limitati gli spostamenti tra le Regioni“. Questo perché nei mesi scorsi “si è pericolosamente abbassata la soglia di attenzione e il rispetto delle tre regole fondamentali di prevenzione (mascherine, distanziamento, igiene delle mani), e si è determinato un clima da ‘liberi tutti’ sbagliato e ingiustificabile”.
I tempi per la messa in commercio del vaccino
La procedura adottata dall’Agenzia europea per i farmaci Ema, “senza inficiare la valutazione complessiva, abbrevia significativamente i tempi e può creare le condizioni perché si arrivi a concedere una prima autorizzazione all’immissione in commercio di un vaccino Covid già entro l’anno“. Ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza al Senato. “Ad oggi sono state indicate due date da Ema, che potrebbe esprimersi il 29 dicembre sul vaccino Pfizer-Biontech e il 12 gennaio sul vaccino Moderna. Queste due aziende nel primo trimestre dell’anno prossimo da contratto dovrebbero fornirci rispettivamente 8,749 milioni di dosi Pfizer-Biontech e 1.346.000 dosi Moderna. Mentre vi parlo – ha detto Speranza – non ci sono altre date fissate da Ema”.
Specializzandi vaccinatori
Speranza ha poi spiegato che parteciperanno alla campagna vaccinale “migliaia di giovani laureati in medicina, iscritti ai primi anni delle scuole di specializzazione, per un lasso di tempo che stiamo definendo”. “Questa esperienza – sottolinea – rappresenterà una parte del loro percorso formativo”.
Il supporto dei medici specializzandi anche nella nuova fase di lotta al virus è motivato dalla necessità di un grande numero di risorse: “si stima al momento un fabbisogno massimo di circa 20.000 persone“, dichiara Speranza in Senato, e aggiunge: “Il personale delle unità vaccinali sarà costituito da un numero flessibile di medici, infermieri, assistenti sanitari, operatori socio-sanitari e personale amministrativo di supporto”.
Il ruolo dell’Aifa
“L’Aifa, in aggiunta alle attività di farmacovigilanza che sono normalmente previste per farmaci e vaccini, promuoverà l’avvio di alcuni studi indipendenti post autorizzativi sui vaccini Covid”. Dichiara Speranza, chiarendo il ruolo dell’Agenzia italiana del farmaco nell’ambito della campagna di vaccinazione che sarà avviata nel 2021. “L’Aifa – spiega – si doterà inoltre di un comitato scientifico che per tutto il periodo della campagna vaccinale avrà la funzione di supportare l’Agenzia e i responsabili scientifici dei singoli studi nella fase di impostazione delle attività, nell’analisi complessiva dei dati che saranno raccolti e nell’individuazione di possibili interventi. Assieme alla vaccinovigilanza sarà molto importante la sorveglianza immunologica che consentirà di valutare la risposta immunitaria indotta dal vaccino ai diversi gruppi di popolazione”.
Le quote di vaccino opzionate dall’Italia
La sottoscrizione da parte dell’Italia di tutti i contratti che l’Europa ha formalizzato è motivata dalla situazione di incertezza. La ratio è semplice: non si può correre il rischio di disporre di un vaccino non efficace. “Non vogliamo correre neanche il più piccolo rischio di non poter disporre di un vaccino autorizzato prima di altri – insiste Speranza – o che dovesse risultare più efficace, in conseguenza della scelta di non partecipare ad una delle acquisizioni stipulate dall’Unione europea. Non abbiamo mai esercitato il diritto di opting-out che era previsto dagli accordi europei”.
Queste, nello specifico, le quote elencate dal ministro, opzionate dall’Italia per casa farmaceutica e tipologia di vaccino a partire dal primo trimestre 2021 e con completamento nel quarto trimestre: AstraZeneca, 40,38 milioni di dosi; Johnson & Johnson, 26,92 milioni di dosi; Sanofi, 40,38 milioni di dosi; Pfizer-Biontec: 26,92 milioni di dosi; CureVac: 30,285 milioni di dosi; Moderna: 10,768 milioni di dosi.