Pressing dei sindacati contro le richieste di Federfarma
A 8 anni dall’ultimo rinnovo per Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs è arrivato il momento di sbloccare la trattativa e di arrivare quanto prima alla firma dei nuovi contratti. Per questo i sindacati, forti del sì di circa 500 farmacisti non titolari di farmacie private e speciali (le ex municipalizzate) hanno scritto ai Ministeri della salute e del Lavoro chiedendo di intervenire perchè siano restituiti a tutti i farmacisti italiani diritti e tutele adeguate al momento attuale. La trattativa infatti è bloccata, annota un comunicato unitario dei sindacati, a causa “delle pretese di Federfarma che chiede ulteriore flessibilità negli orari di lavoro e nelle forme di impiego, la diminuzione delle indennità per il lavoro straordinario e, addirittura, subordina l’aumento salariale alla soppressione dei permessi retribuiti. Filcams Cgil, Fisascat e Uiltucs , invece, ribadiscono i temi centrali per il rinnovo contrattuale, a partire da una rimodulazione dei diritti sindacali per le grandi aziende del settore e per le farmacie con pochi dipendenti, da una classificazione del personale che dia risalto alla figura del farmacista e valorizzi la sua professionalità, dall’introduzione della sanità integrativa per il settore che ad oggi ne è privo.
Non solo: “occorre – si legge ancora- un riconoscimento salariale congruo, in relazione al tempo trascorso dall’ultimo aumento e all’impegno ed alla professionalità espresse anche in occasione dell’attuale emergenza sanitaria. Anche nel rapporto con Assofarm e le farmacie “speciali” , denunciano ancora i sindacati, la trattativa è ferma, con l’associazione datoriale intenzionata a stare alla finestra, in attesa che si sblocchi, prima, la negoziazione con Federfarma. Nella discussione è entrata anche la questione dei tamponi e test anti-Covid “che oggi si fa strada in assenza di specifici protocolli che certifichino le regole sulla sicurezza anche per aspetti molto meno complessi”.