La donna sta bene, la massa aveva un diametro di 40 centimetri
Dalla risonanza magnetica prescritta dai ginecologi dell’ospedale ‘Pascale’ d Napoli è emerso che la donna, straniera ma residente a Castellammare di Stabia, di 69 anni, aveva un tumore ovarico di 9 chili, che le era cresciuto nell’addome che è stato successivamente rimosso.
A eseguire l’intervento è stata l’equipe di Gennaro Casella e di Felice Scala della Ginecologia del ‘Pascale’ di Napoli, diretta da Stefano Greggi.
Un ovaio regolare misura in media 2 centimetri e mezzo di diametro. Quello tolto alla paziente ucraina ne misurava 40 di centimetri. E per rimuoverlo l’equipe della sala operatoria ha lavorato per quasi due ore, con un taglio che dal pube è arrivato fin su allo sterno della donna.
Casella e Scala hanno dovuto effettuare tre tagli. Dalla risonanza non si percepiva, infatti, quanto estesa fosse la massa tumorale .
Impossibile stabilire da quanto tempo quell’uovo di 9 chili premesse sull’addome della paziente, anche se da una prima diagnosi sembra che la malattia non abbia compromesso altri organi. I medici stanno aspettando l’esito dell’esame istologico per stabilire se la donna dovrà sottoporsi a chemioterapia. Per ora sta a casa e sta bene.
“Non è sicuramente l’intervento più complesso che la nostra equipe ha effettuato – dicono i chirurghi Casella e Scala – ma di sicuro non abbiamo mai visto un tumore tanto esteso. Quando si è presentata da noi, la donna, benché molto obesa e in età avanzata, sembrava incinta. Tuttavia, abbiamo avuto contezza della vastità del tumore solo quando l’abbiamo operata. Fidiamo in una sua rapida ripresa e il fatto che il tumore fosse circoscritto ci fa ben sperare sull’esito della terapia a cui dovrà sottoporsi“.
“Grazie alla competenza professionale e alla dedizione dei nostri operatori – dice il direttore generale del polo oncologico, Attilio Bianchi – possiamo dire di aver affrontato una condizione assolutamente impegnativa e di difficilissimo approccio. Il mio augurio alla signora per il prosieguo della terapia, e un pensiero ai nostri operatori tutti, dai chirurghi agli anestesisti a tutto il personale di supporto che, anche in tempi così difficili, ha fatto in modo di poter affermare che il Pascale non si è mai fermato”.