Anche misure anti-assembramento. Veneto, dosi a turisti
Una ‘zona bianca rafforzata’ per evitare il rischio di una repentina retrocessione nel caso in cui l’incidenza settimanale dei contagi dovesse risalire, anche se di poco, oltre i 50 casi ogni 100mila abitanti. In vista della possibile promozione di tre regioni nella fascia di rischio più bassa (Friuli Venezia Giulia, Molise e Sardegna) gli stessi governatori corrono ai ripari per non rischiare di tornare indietro. L’idea è quella di introdurre nuovi meccanismi condivisi a livello nazionale affinché sia tutelata la continuità delle aperture nei territori che hanno la più bassa diffusione del virus.
L’ipotesi è quella del coprifuoco alle 24 (attualmente in zona bianca non c’è coprifuoco) e di altre misure anti-assembramento sulla movida, come l’obbligo di consumare solo seduti ai tavolini di bar e ristoranti all’aperto senza sostare in piedi davanti ai locali. L’obiettivo è scongiurare un “effetto Sardegna”, la regione che dopo essere finita in zona bianca a marzo, registrò poi un notevole aumento dei contagi che ne determinò il conseguente passaggio in zona arancione e rossa.
Se queste sono ipotesi, sembra invece certa l’intenzione – nel caso si finisca nuovamente in zona gialla – di rientrare in area bianca senza dover aspettare necessariamente tre settimane consecutive, qualora i dati lo consentano. Alcuni dei nodi si scioglieranno in queste ore in occasione del vertice tra i governatori a cui seguirà un incontro con l’Esecutivo, anche se al momento non c’è un ordine del giorno ufficiale. Nel frattempo prosegue il trend in miglioramento dei dati: il tasso di positività crolla al 1,2% – mai così basso nel 2021 – con 3.224 contati nelle ultime 24 ore, ma ancora 166 vittime registrate. Un’altra questione ancora aperta è quella sulle vaccinazioni in vacanza. Nonostante il Commissario per l’Emergenza, Francesco Figliuolo, abbia invitato i cittadini ad una programmazione in funzione delle villeggiature escludendo altre ipotesi, il governatore del Veneto, Luca Zaia, punta a superare le difficoltà tecniche legate a questo tipo di somministrazioni. “Siamo intenzionati ad utilizzare le settimane centrali di agosto per vaccinare chi fa vacanza e in generale gli operatori turistici nella regione – annuncia Zaia. E a ferragosto “pochi richiami, se non per chi se li fissa”. Anche Giovanni Toti, presidente della Liguria – che registra 20mila prenotazioni di over 18 per AstraZeneca e Johnson & Johnson – insiste: “sarebbe opportuno portare in Conferenza delle Regioni la bozza di accordo Liguria-Piemonte per vaccinare i turisti, in modo che possa diventare una traccia per tutti coloro che lo vogliono fare”.
Per il marchigiano, Francesco Acquaroli, occorre però “una grande organizzazione che sia una filiera verticale e orizzontale tra il ministero e tutte le Regioni”. Resta da capire intanto se saranno rispettate le previsioni sull’approvvigionamento di dosi: secondo quanto previsto del Piano, entro fine maggio dovrebbero ancora arrivare altri quattro milioni e mezzo di dosi. E in provincia di Cosenza i vaccini mancano. Qui le sessioni di somministrazione sono state sospese e qualche migliaio di persone sono state rinviate a data da destinarsi: al parco Acquatico a Rende hanno trovato le porte chiuse e un cartello che recita “Si avvisa che, per mancanza di vaccini, la seduta vaccinale di oggi è stata rinviata a data da ‘stabilire'”. Aldilà delle forniture, il premier Mario Draghi ha proposto di chiedere all’Ema di pronunciarsi sulla possibilità di mescolare i vaccini tra prima e seconda dose anche perché, secondo alcuni studi, è più efficace fare il richiamo con un vaccino diverso piuttosto che con lo stesso della prima dose. E in queste ore si svolgerà al Tribunale civile di Bruxelles la prima udienza nella controversia tra Ue e AstraZeneca, quest’ultima citata in giudizio per inadempimento del contratto sulle forniture dei vaccini. Si lavora anche alla stagione autunnale, in all’inizio del prossimo anno scolastico. Il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, ha sottolineato – dopo un incontro con Regioni, Anci e Upi organizzato dal ministro per le Autonomie, Mariastella Gelmini – che la data da considerare per il rafforzamento del trasporto pubblico locale è il primo settembre. Per programmare la mobilità sarà decisiva la percentuale di capienza dei mezzi pubblici che il Comitato tecnico scientifico valuterà entro la metà di luglio.