Individuato il meccanismo immunologico alla base della vasculite da Covid-19

Il team di Emolinfopatologia del Policlinico di Modena ha individuato il meccanismo immunologico della vasculite provocata dal SARS-CoV-2.

Per la prima volta al mondo è stato individuato il meccanismo alla base dell’infiammazione dei vasi dei pazienti colpiti dalla forma più grave della malattia da nuovo coronavirus. L’equipe modenese ha indagato usando una serie di tessuti vascolari ottenuti da un intervento operatorio resosi necessario a seguito di problemi circolatori, che possono insorgere in alcuni pazienti affetti dalla forma più grave della malattia.

Un protocollo innovativo

Per la prima volta nella storia del Policlinico, grazie al contributo della dottoressa Giulia Ligabue della Nefrologia e Dialisi diretta dal professor Gianni Cappelli, è stato messo a punto un protocollo sperimentale per l’applicazione dell’immunofluorescenza a materiale istologico fissato in formaldeide e incluso in paraffina. Questa intuizione ha permesso di svelare i depositi di immunocomplessi e della frazione C3 del complemento, fondendo insieme le più avanzate tecniche istopatologiche e di istochimica automatizzata. In questo modo è stato possibile indagare in massima sicurezza tessuti asportati chirurgicamente e sottoposti a preventiva inattivazione della carica virale in liquido fissativo.
Questo studio permette di indirizzare nuovi approcci terapeutici, ad esempio con inibitori della frazione C3 del complemento, e nuove strategie vaccinali.

La spiegazione dell’esperto

“Tutto è iniziato – spiega Luca Roncati, alla guida del team che ha realizzato lo studio – quando ho esaminato, assieme ai miei collaboratori, i primi strisci di sangue periferico provenienti da 15 pazienti ospedalizzati SARS-CoV-2 positivi, dai quali si intuiva una particolare risposta immunitaria, detta T-helper 2, finalizzata ad attivare anche la produzione di anticorpi”, e questo studio preliminare è stato pubblicato sul numero 99(6) del 2020 di Annals of Hematology, rivista della Società Ematologica Tedesca.

“In seguito- aggiunge Roncati – ho avuto la possibilità di traslare queste acquisizioni alla vasculite da Covid-19, che si configura come una vasculite sistemica da ipersensibilità. Nello specifico, abbiamo rilevato in essa un’ipersensibilità di tipo 3, cioè dovuta a deposizione di molecole di complessi antigene-anticorpo (immunocomplessi) nelle pareti vascolari, a cui fa seguito un’eccessiva attivazione del sistema immunitario (complemento)”.

“Siccome le cellule muscolari lisce della tonaca muscolare dei vasi sono in grado di produrre e rilasciare interleuchina-6 – aggiunge il dott. Roncati – il loro coinvolgimento infiammatorio concorre in maniera significativa alla tempesta citochinica in corso di Covid-19.  I colleghi del San Raffaele e dell’Humanitas di Milano avevano testato un farmaco specifico per inibire la frazione C3 del complemento con buoni risultati. Noi abbiamo svelato il meccanismo immunologico che sta alla base dell’efficacia degli inibitori del complemento, dando una motivazione ai risultati del loro approccio empirico, pubblicato sul numero 215 della stessa Clinical Immunology. Insomma, due ricerche italiane costituiscono una pietra miliare nello studio di questa particolare e grave complicanza da SARS-CoV-2”.