Simri: “I ragazzi che hanno provato almeno una volta le e-cig, hanno un rischio maggiore di iniziare a fumare le tradizionali”
Porta d’ingresso all’uso delle sigarette tradizionali e dalle conseguenze per la salute ancora non chiare, la sigaretta elettronica spopola tra i giovanissimi, che vi si avvicinano sempre prima, in 4 casi su 100 già alle elementari.
A lanciare l’allarme, con dati Iss, è la Società Italiana di Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) che, in occasione del Congresso nazionale della Società in corso a Verona, sottolinea: prima si inizia più è difficile smettere.
Uno studio condotto su 170 mila studenti italiani tra i 15 e 19 anni mostra che la prevalenza di chi ha fumato tabacco almeno una volta nella vita si è ridotta tra il 2012 e il 2018, mentre è balzata dal 32,9% al 52% la quota di chi ha utilizzato almeno una volta una e-cig.
Inoltre, secondo un sondaggio dell’Istituto Superiore di Sanità (maggio 2021) il 43,4% dei ragazzi ha provato le sigarette elettroniche alle scuole medie ma c’è un 4,1% che lo ha fatto già alle elementari. I giovani sono ormai l’obiettivo principale delle campagne pubblicitarie dei brand di e-cigs: ad attirarli sono gli aromi, che accentuano la percezione che la sigaretta elettronica sia meno dannosa di quanto non sia realmente.
“I danni immediati da fumo elettronico sono a livello delle vie respiratorie, come la suscettibilità all’asma e alla bronchiolite obliterante”, sottolinea Massimo Landi, vicepresidente della Simri. Ma i rischi vengono anche dai nuovi dispositivi (pod-mods) che “permettono di svapare altre sostanze diverse da quelle presenti nel fumo di tabacco”. E, soprattutto, “i ragazzi che hanno provato almeno una volta le sigarette elettroniche, hanno un rischio 3-4 volte maggiore di iniziare a fumare quelle tradizionali”, conclude Maria Elisa Di Cicco, consigliera della Simri.