A dichiararlo è il virologo John Moore della Weill Cornell Medicine di New York
Il vaccino anti Covid monodose Johnson & Johnson di Janssen potrebbe essere molto meno efficace contro la variante Delta e Lambda del Covid, rispetto al ceppo originario. A suggerirlo è un nuovo studio, rimbalzato sui media internazionali, secondo cui molti di coloro che hanno ricevuto questo prodotto-scudo potrebbero dover prendere in considerazione un booster, un richiamo eterologo, idealmente uno dei vaccini a mRna. Il lavoro, disponibile online ma non ancora pubblicato su una rivista scientifica e quindi non sottoposto ancora a revisione tra pari, arriva a conclusioni contrastanti rispetto a quelle di altri studi più piccoli pubblicati da J&J a inizio mese, che suggeriscono invece che una singola dose del vaccino è efficace contro la variante anche otto mesi dopo l’inoculazione.
“Il messaggio che volevamo dare – precisa Landau – non è che le persone non devono ricevere il vaccino J&J, ma speriamo che in futuro venga potenziato con un’altra dose” dello stesso prodotto “o con un richiamo” eterologo “con Pfizer o Moderna“. Anche altri esperti come il virologo della Weill Cornell Medicine di New York, John Moore, pensano che questo vada considerato come “un vaccino a due dosi”.
Se Moore definisce quindi credibili i risultati del nuovo studio realizzato da un team che non ha legami con nessuno dei produttori di vaccini, Seema Kumar, portavoce di J&J, mette in evidenza che i dati di questo lavoro “non parlano della piena natura della protezione immunitaria”.