Covid: ecco perché la Campania rischia la zona rossa

Per la quinta settimana consecutiva l’Istituto superiore di sanità osserva un peggioramento nel livello generale del rischio legato alla diffusione del Covid-19.

Nella bozza di monitoraggio l’Iss ribadisce, anche alla luce dell’aumento della prevalenza di alcune varianti a maggiore trasmissibilità, di mantenere la drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone e della mobilità. Analogamente a quanto avviene già in altri paesi Europei, si rende necessario anche per l’Italia un rafforzamento delle misure su tutto il territorio nazionale.

Tuttavia, si tratta di un rafforzamento che non va di pari passo rispetto all’innalzamento dell’indice Rt, che in alcune regioni, tra queste la Campania, resta inferiore alla soglia stabilita dal Ministero per l’inasprimento delle misure di contenimento del contagio.
Proprio per la Regione guidata da Vincenzo De Luca lo spostamento nella fascia di rischio rossa a partire da lunedì è dato per certo, nonostante un Rt di 0.96. “Siamo ormai in zona rossa – dichiara De Luca nel corso della consueta diretta Facebook del venerdì – Il livello di contagio non si può più reggere. E’ evidente che bisogna prendere misure eccezionali”. Quindi, a contribuire al passaggio in zona rossa sono principalmente due fattori tra loro strettamente legati: il primo relativo alla diffusione delle varianti, il secondo attinente alla saturazione dei presidi ospedalieri regionali e soprattutto napoletani.

Il fattore della diffusione delle varianti è un problema di carattere nazionale rilevato anche dall’Istituto superiore di sanità: “Per la presenza di varianti, che possono parzialmente ridurre l’efficacia dei vaccini attualmente disponibili, le Regioni sono invitate ad adottare il livello di mitigazione massimo a scopo di contenimento”. Decisioni, sottolinea l’Iss, da assumere “indipendentemente dai valori di incidenza”, quindi a prescindere dal dato Rt. Da qui potrebbe venire la decisione di limitare ulteriormente la capacità di movimento dei cittadini campani. Anche De Luca nel corso della diretta segnala: “La capacità di contagio delle varianti, quella inglese in modo particolare, è estremamente aggressiva. E abbiamo registrato un livello di contagio enorme nel mondo della scuola”.
La diffusioni di varianti, maggiormente contagiose rispetto al virus diffuso fino a questo momento, porterebbe a una conseguente nuova pressione sulle strutture sanitarie. Di questo secondo elemento che porterà la Campania in zona rossa si sono fatti portavoce gli stessi direttori sanitari napoletani. Sarebbero, infatti, proprio i nosocomi del capoluogo ad essere i più colpiti dal sovraffollamento, come rilevato questa mattina in una intervista radiofonica dal direttore generale dell’ospedale Cotugno: “La struttura è piena – spiega Maurizio Di Mauro – La subintensiva è quasi piena e ci sono già molti intubati in terapia intensiva”.

Il problema dei posti letto non è secondario in Campania, ed è pre-esistente all’avvento delle varianti. Mesi fa, il governatore aveva sottolineato come la questione fosse stata risolta ancora prima dell’effettivo avvento del virus al Sud grazie alla lungimiranza dell’amministrazione regionale che ai primi contagi si era dotata di contratti con la sanità privata per far fronte all’emergenza e poi, nell’estate della campagna elettore, dei primi Covid Center costruiti nelle principali città della regione. Proprio oggi, però, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2021, la Procura regionale della Corte dei Conti ha fatto sapere dell’esistenza di un danno erariale quantificabile in 18milioni di euro per appalti concessi dalla Regione alla sanità privata. L’ipotesi di reato riguarderebbe “notevoli flussi finanziari dalla Regione alle cliniche convenzionate”, scrive il procuratore generale Maurizio Stanca Si tratterebbe di finanziamenti corrisposti “a prescindere dal valore della reale verifica degli interventi di cura Covid effettivamente svolti”, versati “in maniera del tutto forfettizzata e senza prevedere l’obbligo della rendicontazione delle attività svolte”, rileva la magistratura contabile regionale.
Di rilievo è anche il fascicolo relativo a una seconda ipotesi di danno erariale per la procedura della gara d’appalto per la costruzione delle strutture modulari anti Covid realizzate a Napoli presso l’Ospedale del Mare, e nelle città di Caserta e Salerno. Le strutture erano destinate a realizzare 72 posti letto in terapia intensiva.

Se la Campania dovesse effettivamente essere posta in zona rossa, con la conseguente improvvisa chiusura di un gran numero di esercizi commerciali, e i reati ipotizzati dalla Corte dei Conti in capo alla Regione dovessero essere confermati, si aprirebbe una nuova pagina per la gestione dell’emergenza Covid in Campania, molto diversa da quel “miracolo” più volte annunciato ma nel concreto ben lontano dal realizzarsi.