Nessuna tutela contro gli infortuni o la responsabilità professionale. Sarebbero queste le vere motivazioni che avrebbero spinto i quattro giovani specializzandi napoletani a rifiutare il posto messo a disposizione dall’Asl Napoli 1 Centro per fronteggiare l’emergnza coronavirus.
Ha fatto scalpore in questi giorni la notizia che quattro giovani medici napoletani, di cui poi sono trapelati i nomi, abbiano rifiutato di prestare servizio contro il covid-19 per motivi meramente economici. Ad attaccare duramente i quattro, e a rendere nota la vicenda alla stampa e ai media mainstream, è stato proprio il direttore dell’Asl Napoli 1 Centro, Ciro Verdoliva, il quale senza giri di parole, si è detto “amareggiato” davanti a un simile “vergognoso comportamento”.
In realtà, a “resta attonita rispetto al livello di comunicazione utilizzato” è stata l’Anaao Assomed Campania, che in una nota inviata al governatore della Regione Campania, al direttore generale per la Tutela della salute regionale e al Prefetto di Napoli, ha espresso disappunto per “la lesione della privacy nei confronti di medici peraltro già impegnati in affiancamento formativo nelle unità di terapia intensiva dedicata a pazienti Covid del Servizio di Anestesiologia dell’Aou Federico II di Napoli“.
Anche il Segretariato Italiano dei Giovani Medici (SIGM) si è schierato immediatamente al fianco degli specializzandi, sottolineando come il rifiuto non sia stato dettato da motivi economici, ma dallo scarso riconoscimento della dignità professionale e soprattutto dall’assenza di sicurezza, dato che, secondo il contratto proposto dall’Asl, i medici sarebbero stati privi anche delle tutele infortunistiche, in quanto lavoratori autonomi con di tipo Co.co.co.
Un quadro decisamente diverso rispetto a quello descritto da Verdoliva, che nulla a che fare con una “questione economica al rialzo”, ma con una sempre più precaria situazione dei giovani medici, privati della possibilità di accedere a quelle garanzie necessarie per esercitare il mestiere in piena sicurezza.
Secondo l’associazione dei medici i toni usati dal direttore generale, ben lontani dal favorire la risoluzione della cronica carenza di organico, avrebbero peggiorato “un clima già molto teso”.
“Esprimiamo solidarietà ai colleghi specializzandi – hanno sottolineato dall’Anaao – i quali potranno intraprendere ogni iniziativa in loro tutela, nelle sedi adeguate”.
Infine, ha rilevato l’associazione: “Questa guerra non ha bisogno né di martiri né di eroi, ma solo di buon senso, che sembra essersi perduto”.