Guarneri: “Alcuni tumori si presentano in maniera diversa nell’uomo e nella donna”
“Il carcinoma mammario triplo negativo, che rappresenta circa il 15% dei tumori mammari, è la forma più aggressiva di tumore della mammella, e pur essendo ancora il sottotipo a prognosi più sfavorevole, l’armamentario terapeutico si è arricchito in modo importante negli ultimi anni”. Così Valentina Guarneri, professoressa ordinaria e direttrice della Scuola di Specializzazione Oncologia Medica, Università di Padova e Direttore SC Oncologia Medica 2 IRCCS Istituto Oncologico Veneto nel corso dell’evento, organizzato da Motore Sanità ‘Oncologia di genere: nuove prospettive di cura nel carcinoma della mammella triplo negativo’, realizzato grazie al contributo incondizionato di Gilead e It-MeD.
“L’immunoterapia – ricorda Guarnieri – in combinazione con la chemioterapia nel setting di malattia metastatica ha dimostrato un miglioramento significativo della sopravvivenza nel sottogruppo di pazienti il cui tumore esprime il marker PD-L1 (circa il 40% dei casi). Più recentemente un ADC diretto contro TROP2 ha dimostrato un prolungamento della sopravvivenza anche in pazienti con malattia refrattaria alla chemioterapia”.
“È importante ricordare che i tumori triplo-negativi spesso presentano anche dei deficit dei geni nel meccanismo di riparo del dna che – precisa l’oncologa – si identificano come alterazioni nei geni Brca, e questo è un importante marcatore di possibile efficacia dei farmaci inibitori di Parp. Tutte queste strategie che ad oggi sono disponibili per i pazienti con malattia in fase avanzata hanno anche dato risultati importanti nei setting più precoci di malattia, dove l’intento è curativo“.
Alcuni tumori si presentano in maniera diversa nell’uomo e nella donna: il carcinoma mammario è la neoplasia più frequente tra le donne ed è potenzialmente grave se non individuata e curata in tempo, al contrario, se identificato in fase molto precoce, la sopravvivenza a 5 anni è al 98%. Nel metastatico la sopravvivenza è ancora bassa, dipendendo dalle caratteristiche del paziente, dall’aggressività della patologia e dalle minori opzioni terapeutiche disponibili. Nel carcinoma mammario triplo-negativo (10 – 15% tra le neoplasie della mammella), la tipologia a prognosi più complessa, con una sopravvivenza media dalla diagnosi nettamente inferiore rispetto alle altre forme, si aprono oggi importanti prospettive di cura.
“Il carcinoma mammario triplo negativo (Ntbc), è una delle forme più aggressive di cancro al seno e più difficili da trattare”, precisa Manuela Roncella, Direttore U.O. Senologia A.O.U. Pisana, evidenziando che “rappresenta il 10-20% delle diagnosi totali di cancro alla mammella, che colpisce prevalentemente donne giovani, spesso con mutazione genetica Brca1, e per cui la possibilità di recidive, pur con chemioterapia, è estremamente elevata. Triplo negativo deriva dal fatto che, a differenza degli altri tumori mammari, si caratterizza per l’assenza di recettori estrogenici e progestinici e per la mancata sovra espressione del recettore 2 del fattore di crescita epidermico umano (HER2), rendendo quindi molto difficile il trattamento mirato della malattia con gli approcci standard”.