E’ stata pubblicata la relazione che ogni anno il Ministro della Salute deve fornire al Parlamento sul consumo di alcol nel paese. In particolare, è stato reso noto il rapporto contenente tutti i dati relativi all’anno 2019. Partendo dai dati complessivi sul consumo di alcol in Italia, secondo l’Istat il 66,8% della popolazione italiana di 11 anni e più ha consumato almeno una bevanda alcolica (pari a 36 milioni e 344 mila persone), con prevalenza tra i maschi (77,8%) rispetto alle femmine (56,5%). Il 20,6% dei consumatori (11 milioni 232 mila persone) beve quotidianamente (31,1% tra i maschi e 10,9% tra le femmine). Ci viene sottolineato dall’Istituto nazionale di statistica che non ci sono grossi cambiamenti rispetto all’anno precedente e i dati risultano stabili e lineari. Se andiamo però a prendere in considerazione un periodo più lungo, in particolare quello che dal 2009 va al 2019, possiamo notare delle importanti modifiche nelle abitudini degli italiani per quanto attiene il consumo di alcol: in un decennio sono diminuiti i consumatori totali (dal 68,5% al 66,8%) e i consumatori giornalieri (dal 27% al 20,2%), mentre sono aumentati i consumatori occasionali (dal 41,5% al 46,6%) e i consumatori fuori pasto (dal 25,5% al 30,6%). In sostanza ci sono meno bevitori e meno bevitori giornalieri ma sono aumentati coloro che si concedono un bicchierino occasionale o dopo i pasti.
Cosa si beve?
“Nel 2019 – riporta testualmente il Ministero nella relazione – nella popolazione di 11 anni e più che ha consumato alcolici nell’anno, beve vino il 54,2% di cui 65,8% maschi e 43,4% femmine. Nella stessa popolazione considerata beve birra il 50,5%, con una prevalenza dei consumatori di sesso maschile (64,4%) all’incirca doppia rispetto a quella femminile (37,3%). Gli aperitivi alcolici, amari e superalcolici sono consumati nel 2019 dal 46% della popolazione di età superiore a 11 anni e come nel caso della birra, la prevalenza tra i maschi (58,1%) è circa il doppio rispetto a quella tra le femmine (34,6%)”. Quel che si evince dai dati è, dunque, che in Italia il vino è la bevanda più consumata, apprezzata sia dagli uomini, sia dalle donne, con uno scarto tra i sessi del 22%. La birra, di contro, risulta molto più apprezzata dagli individui di sesso maschile, con un consumo doppio rispetto alla controparte femminile. Stessa cosa per quanto attiene drink, amari e superalcolici.
Dove si beve di più?
“Il consumo di alcol nell’anno è più forte nel Centro-Nord, soprattutto nel Nord-est (70,5%) e tra i maschi (Nord-est: 79,2%; Nord-ovest: 78,4%; Centro: 78,3%). Anche la quota più elevata di consumatori giornalieri si concentra nel Centro-nord, specialmente nel Nord (21,6%). Considerando l’ampiezza demografica dei Comuni, la quota di consumatori nell’anno è più elevata nei Comuni centro dell’area metropolitana e nei Comuni con più di 50.000 abitanti, mentre nei Comuni fino a duemila abitanti è più alta la percentuale dei consumatori giornalieri”. Questo quanto asserito nel rapporto del Ministero, che fornisce anche i dati del centro, del sud e delle isole: nel centro-Italia i consumatori di bevande alcoliche sono il 58,2% tra le donne e il 78,3% tra gli uomini e per questi ultimi il dato è diminuito rispetto alla precedente del 3,1%; nell’Italia-meridionale la prevalenza di consumatori di almeno una bevanda alcolica è pari al 76,2% tra gli uomini al 50,3% le donne, dato inferiore alla media nazionale per entrambi i generi; nell’Italia insulare la percentuale di consumatori di bevande alcoliche è stata pari al 76,3% tra gli uomini e al 49,6% tra le donne e solo per queste ultime il dato si piazza al di sotto della media nazionale.
Accessi in pronto soccorso a causa dell’alcol
I dati che sono sicuramente più interessanti sono quelli inerenti ai ricoveri in pronto soccorso totalmente riconducibili all’assunzione di alcol. Per effettuare questo monitoraggio è stato istituito nel 2008 il sistema informativo per il monitoraggio delle prestazioni erogate nell’ambito dell’assistenza sanitaria in emergenza-urgenza (Sistema Emur). I dati riportati dal suddetto istituto sostengono che nel corso del 2019 si sono verificati complessivamente 43.148 accessi in pronto soccorso caratterizzati da una diagnosi principale o secondaria attribuibile all’alcol. Di questi il 69% si riferisce ad accessi di maschi e il restante 31% ad accessi di femmine.
Incidenti stradali
La buona notizia è che ce ne sono sempre meno, la cattiva è che ce ne sono sempre troppi. Nel 2019, infatti, gli incidenti stradali con lesioni a persone in Italia sono stati 172.183, le vittime 3.173 e i feriti 241.384. Rispetto al 2018 il numero di vittime diminuisce del 4,8%, gli incidenti e i feriti rimangono pressoché stabili (-0,2% e -0,6% rispettivamente). Ogni giorno, durante l’anno, si sono verificati in media 473 incidenti stradali con lesioni a persone, sono morte 9 persone e ne sono rimaste ferite 661. Tra il 2010 e il 2019 le vittime della strada diminuiscono del 22,9%. Se poi guardiamo non al breve termine, ma analizziamo un periodo di tempo più lungo, possiamo essere molto fiduciosi nei dati che si leggono: nel periodo 2001-2019, gli incidenti stradali con lesioni a persone sono diminuiti del 34,6%, le vittime del 55,3% e i feriti del 35,3%. Il numero di morti per milione di abitanti (tasso di mortalità stradale) scende a 52,6 nel 2019 dai 124,5 del 2001. Quello che dunque si evince è un trend positivo che va mantenuto e che, pare, si stia mantenendo: meno bevitori giornalieri, più bevitori occasionali e meno incidenti. L’Italia è anche buon vino e buon vivere. Non dobbiamo negare questo aspetto, che è indissolubilmente parte di noi e della nostra cultura, ma dobbiamo essere all’altezza ed essere dei buoni bevitori. Non c’è peggior spreco del buon vino che abbiamo da nord a sud che esagerare e non goderselo e non c’è peggior insulto al nostro buon vivere che morire per aver alzato troppo il gomito.