Potrebbe esistere un nesso, tra i disturbi metabolici e i disturbi cerebrali basato sulle alterazioni nei meccanismi di azione dell’insulina, un progetto europeo mira a stabilire i legami.
Toccherà ai ricercatori europei del progetto Prime, Prevenzione e rimedio della multimorbilità dell’insulina in Europa, indagare sulle connessioni esistenti tra disturbi metabolici come diabete di tipo 2 e l’obesità, e disturbi cerebrali come il morbo di Alzheimer, disturbo ossessivo-compulsivo e disturbi dello spettro autistico, attraverso l’indagine dei meccanismi molecolari dell’insulina.
Prime è un progetto europeo di ricerca finanziato nell’ambito di Horizon 2020, di cui fa parte anche una squadra di ricercatori dell’Istituto superiore di sanità, che avrà durata quinquennale e si concluderà nel dicembre del 2024, insieme all’Iss vedrà coinvolte altre sedici istituzioni appartenenti a nove Paesi europei.
Il team di Prime nell’ambito del progetto di ricerca avrà a disposizione un ampio database della popolazione che servirà per identificare nuove insulinopatie, mettere a punto approcci interdisciplinari per una maggiore comprensione meccanicistica, e strategie efficaci per la prevenzione e la cura.
In merito Simone Macrì, ricercatore dell’Iss per il progetto, ha dichiarato: “Le insulinopatie somatiche conosciute, come ad esempio il diabete di tipo 2 e i disturbi metabolici, sono spesso malattie croniche a lungo termine e come tali costituiscono un importante onere sanitario, sociale ed economico. Per questo, gli sforzi medici sono principalmente o esclusivamente dedicati alla gestione di questi disturbi somatici. Ben poco si conosce di altre insulinopatie: quelle cerebrali, che possono comportare disturbi mentali anche gravi”. Macrì ha sottolineato che con il progetto Prime si intende “affrontare per la prima volta questo problema, partendo dall’ipotesi che l’alterazione della segnalazione dell’insulina abbia effetti, lungo tutto l’arco della vita, non solo sulle malattie somatiche, quali il diabete di tipo 2 e l’obesità, ma anche sui disturbi dello sviluppo neurologico e neurodegenerativo, soprattutto quelli legati all’inflessibilità cognitiva. Vogliamo monitorare attentamente la via di comunicazione che l’insulina percorre dal corpo al cervello, per arrivare a comprendere gli effetti sulla cognizione e sul comportamento”, ha concluso il ricercatore. Insieme a Macrì nella squadra dell’Iss anche Giovanni Laviola e Francesca Zoratto.