Nel 2018, il 68,9 per cento della popolazione residente dà un giudizio positivo sul proprio stato di salute, sebbene il 40,8 per cento dichiari di essere affetto da almeno una patologia cronica.
Sono i primi dati relativi alla salute riportati dall’Annuario dell’Istat diffuso oggi con i dati relativi al 2018.
Nel triennio 2015-2017 risulta in calo il numero di medici di base (-2,1 per cento) e stabile quello dei pediatri (-1,0 per cento). Rimane invariato il numero di posti letto nelle strutture sanitarie di assistenza residenziale (+0,4 per cento in più dal 2015 al 2017).
L’Istat ha rilevato inoltre differenze della rete d’offerta ospedaliera tra le regioni: i posti letto ordinari per mille abitanti restano superiori al Nord rispetto al Sud. Nell’ultimo quinquennio diminuiscono le dimissioni ospedaliere per acuti di circa 900 mila unità, nonostante l’invecchiamento della popolazione, per effetto del processo di deospedalizzazione. Il contributo a tale diminuzione è dovuto principalmente alle classi di età più giovani fino a 44 anni (-16,8 per cento) e a quelle tra i 45 e i 79 anni (-9,0 per cento).
Il 2016 ha registrato una diminuzione dei decessi: in Italia sono morte 618 mila persone (28 mila in meno rispetto al 2015). Il tasso grezzo è stato di 1.019 decessi per 100 mila abitanti, dei quali il 65 per cento è dovuto a malattie del sistema circolatorio e tumori. Tra gli uomini, i tumori sono diventati la prima causa di morte (34 per cento sul dato complessivo). Nell’arco temporale 2012- 2016, si è verificata una diminuzione della mortalità infantile (il tasso è pari a 3 per mille nati vivi).
Il fenomeno dell’abortività volontaria continua a diminuire: il tasso di ricorso all’interruzione volontaria di gravidanza nel 2017 si mantiene tra i più bassi d’Europa e pari a 6 casi ogni mille donne di età tra i 15 e i 49 anni.
Per quanto riguarda le abitudini alimentari degli italiani, l’Istat ha rilevato un forte legame con il modello tradizionale. Il pranzo, infatti, costituisce nella gran parte dei casi il pasto principale (66,8 per cento della popolazione di 3 anni e più) e molto spesso è consumato a casa (71,9 per cento).
Si attesta al 19 per cento, stabile rispetto al 2017, la quota della popolazione di 14 anni e più che dichiara di fumare.