“L’Italia deve essere protagonista della ricerca in ambito internazionale. Solo inserendo la ricerca italiana in una dimensione internazionale possiamo essere realmente competitivi”. Lo ha dichiarato a Ricerca&Salute Gaetano Manfredi, rettore dell’università Federico II di Napoli che questa mattina è stato designato dal premier Conte come prossimo ministro dell’Università e della Ricerca. Manfredi, cinquantacinque anni, al secondo mandato come rettore dell’ateneo partenopeo e dal 2015 presidente della Conferenza dei rettori delle Università italiane, è stato raggiunto dalla notizia mentre si trovava a Napoli per la firma dell’accordo istituzionale tra le due Cattedre UNESCO della Campania. “Abbiamo grandi talenti – ha aggiunto Manfredi – ma per valorizzarli dobbiamo puntare a essere pienamente protagonisti in una dimensione europea”. Parlando poi della carenza di investimenti ha sottolineato: “Ci vogliono maggiori risorse, non c’è dubbio, dobbiamo lavorare sull’intero sistema in modo che sia davvero funzionale”.
Il dicastero del ministro dimissionario Lorenzo Fioramonti verrà diviso in due con le competenze di Ricerca e Università affidate a Manfredi e la Scuola a Lucia Azzolina, precedentemente sottosegretaria del Miur. In conferenza stampa presso il centro congressi della Federico II il futuro ministro ha affermato di essere “sorpreso ma felice di trovarmi oggi in casa mia tra persone che stimo”. “L’università mi ha dato molto più di quanto le abbia dato io – ha detto Manfredi – provo per questo un forte senso di restituzione e nel mio impegno cercherò di fare il massimo perché questo debito sia ripagato”. Il rettore ha poi detto di essere deciso a “puntare sulla qualità delle persone. Si tratta di un principio non negoziabile”. “Nella mia esperienza – ha spiegato il ministro designato – ho imparato che quando si investe su persone davvero competenti si ottiene sempre un risultato positivo”.