Montano: “Sui problemi riproduttivi non incidono solo gli stili di vita ma anche i fattori ambientali”
Circa il 60% di ragazzi di età media di 19 anni che vivono nelle zone della Terra dei Fuochi corrono ”rischi riproduttivi importanti”. È l’allarme lanciato dalla Società italiana di Riproduzione Umana (Siru) in occasione del IV Congresso Nazionale.
I dati sono il frutto del progetto EcoFoodFertility, condotto per due anni in aree d’Italia altamente inquinate, sostenuto dal ministero della Salute e da diversi enti di ricerca tra cui il Cnr, l’Iss ed Enea. ”Il liquido seminale – ha spiegato Luigi Montano, presidente area andrologica – è un ottimo marker, indicatore di salute ambientale del territorio.
Abbiamo compiuto ricerche in giovani sani che vivono in zone a diversa pressione ambientale in Campania e altre regioni italiane e i dati indicano rischi riproduttivi molto importanti per i giovani che abitano nella Terra dei fuochi, nell’area di Brescia e nella Valle del Sacco del frusinate. Dalla ricerca si evince che sui problemi riproduttivi non incidono solo gli stili di vita ma anche i fattori ambientali”.
Da qui la proposta al Governo di iniziare una grande campagna di prevenzione rivolta agli adolescenti. La ricerca ha fatto emergere alterazioni degli spermatozoi in oltre il 60% dei casi, con una motilità progressiva degli spermatozoi inferiore rispetto ai parametri fissati dall’Oms. La Siru mette in luce anche un problema culturale che riguarda soprattutto il Sud dove si affrontano simili tematiche ”troppo tardi e nel momento in cui si decide di avere un bambino e a volte può essere troppo tardi per una terapia”.