La BioNTech ha fatto sapere che il vaccino verrà inoculato con un minor dosaggio e conservato a temperature meno basse
L’azienda tedesca di ricerca e commercializzazione dei farmaci BioNTech è sul punto di richiedere l’ok per il vaccino dedicato alla fascia d’eta 5-11 anni. La produzione del siero starebbe già “in cantiere” con la prima diffusione prevista tra fine settembre e metà ottobre. “La dose per i bambini sarà di circa 10mg – ovvero un terzo in meno rispetto alla dose per gli adulti – e avrà bisogno di temperature meno basse”. Così ha dichiarato Ozlem Tureci, la cofondatrice di BioNTech. I dati sui possibili effetti dei vaccini ai bambini under 12 saranno possibili solo alla fine dell’anno, motivo per il quale è stato deciso di voler inoculare un minor dosaggio. Sul tema è intervenuto positivamente anche il ministro della Salute tedesco, Jens Spahn, affermando su un noto sito tedesco che questa novità “può finalmente difendere l’infanzia dal virus”.
“Per ipotesi vaccino under 12, si aspetterà l’autunno”
Marco Cavaleri, responsabile Vaccini e Prodotti terapeutici per Covid dell’Agenzia europea del farmaco Ema, ha dichiarato nel corso di una conferenza stampa che “i dati sul rapporto rischi-benefici per gli under 12 saranno disponibili solo in autunno”. Per i vaccini, invece, autorizzati dai 12 anni in poi, il rapporto “si conferma positivo”. Lo stesso Cavaleri ha sottolineato che nelle prossime settimane “si avrà l’esito sulla presa in considerazione da parte dell’Ema riguardo la possibilità di una terza dose per le persone dai 16 anni in su”. Sulla scia delle parole dette dal responsabile Ema, il ministro della Salute italiano, Roberto Speranza, ha dichiarato che “entro i prossimi giorni sarà pubblicata la circolare che indicherà le categorie specifiche delle persone con fragilità immunitaria dalle quali partiremo con la somministrazione della terza dose”.
“Vaccinare prima i Paesi più poveri”
L’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) ha – però – altri piani. Secondo Soumya Swaminathan, chief scientist dell’Oms, la priorità della campagna vaccinale “deve essere rivolta specialmente ai Paesi con basso reddito che sono in ritardo rispetto agli altri sui tassi di copertura vaccinale”. “Solo 10 Paesi – ha dichiarato il direttore generale dell’Oms, Tedros Ghebreyesus – hanno somministrato il 75% di tutta la fornitura di vaccini e i Paesi a basso reddito hanno vaccinato appena il 2% della loro popolazione”.