Il prodotto è stato sviluppato dalla multinazionale indiana Ipca
C’è anche un farmaco impiegato per curare le forme più severe di malaria tra i tre rimedi che l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) si appresta a testare a livello clinico come trattamenti contro il Covid. Il prodotto in questione, sviluppato dalla multinazionale indiana Ipca, è un derivato dell’artemisinina, l’estratto della pianta di artemisia che è anche alla base di un farmaco e integratore contro il nuovo Coronavirus prodotto nei mesi scorsi in Madagascar. Il rimedio è stato fortemente sponsorizzato dal presidente dell’isola, Andry Rajoelina, nonostante l’Oms non ne abbia mai confermato l’efficacia. L’Artesunate, si legge sul sito dell’agenzia sanitaria delle Nazioni Unite, è stato selezionato da una squadra di esperti indipendenti e sarà testato sui pazienti a partire dai prossimi giorni nell’ambito di Solidarity Plus, una piattaforma per i trial dei farmaci promossa dall’Oms che si articola in 600 ospedali in 52 Paesi e che a oggi ha visto il coinvolgimento di circa 2000 ricercatori e di oltre 14mila persone ricoverate. Il direttore generale dell’agenzia, Tedros Ghebreyesus, ha detto che “trovare terapie più efficaci e accessibili contro il Covid resta una necessità urgente”, e pertanto l’Oms “è fiero di guidare questo sforzo a livello globale”. Gli altri due farmaci scelti per i test sono Imatinib, usato per curare alcune forme di tumore, e Infliximab, impiegato per trattare dei disturbi del sistema immunitario. I rimedi sono stati donati all’Oms dalle aziende produttrici. Tra i farmaci che sono già stati testati nell’ambito di Solidarity Plus c’è anche l’idrossiclorochina, un antimalarico. Nei mesi scorsi il forte sostengo all’utilizzo di questo rimedio da parte, tra gli altri, del presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, è stato motivo di polemiche.