Parente: “Bisogna integrare il diritto alla salute con quello all’istruzione”
Disagi fisici ed emotivi, disturbi alimentari, incremento di attacchi di ansia e paura, disuguaglianze sociali e lacune didattiche. Sono gli effetti della didattica a distanza o integrata sugli studenti italiani, registrati dalle Commissioni Sanità e cultura del Senato a seguito di un’indagine conoscitiva sull’impatto della didattica digitale durante la pandemia. L’indagine delle Commissioni è stata presentata questa mattina in diretta dalla sala Nassirya del Senato, nel corso di un dialogo tra il presidente della Commissione Cultura, Riccardo Nencini, la presidente della Commissione Sanità del Senato, Annamaria Parente, e lo scrittore Alessandro Baricco. “Abbiamo ascoltato professionisti, presidi, genitori, e ci sentiamo di lanciare un forte campanello d’allarme – ha spiegato Annamaria Parente – Il Paese deve ripartire dalla Sanità e dalla scuola. Bisogna integrare il diritto alla salute con quello all’istruzione. Non vogliamo demonizzare la Dad in sé, ma la distanza deve essere integrata con la didattica in presenza, e l’educazione alla salute dev’essere al centro delle attività scolastica”. Parente ha anche invitato tutte le istituzioni a “prendere provvedimenti immediati” come Green Pass e vaccini per i giovani che garantiscano un rientro in aula per tutti, da settembre. “Con le regole attuali- ha concluso la presidente della Commissione Sanità – rischiamo comunque di non far partire l’anno in presenza per tutti”. “Scuola e salute sono stati i due pilasti che hanno sofferto di più- ha denunciato Riccardo Nencini, presidente della Commissione Cultura – Non possiamo più permetterci un terzo anno scolastico segnato dalle difficoltà. L’obiettivo è quello della riapertura in presenza, non ci sono alternative. La Dad non può sostituire la scuola in presenza. La scuola deve essere considerata prioritaria, al pari delle attività produttive”, ha dichiarato Nencini. Anche per lo scrittore Alessandro Baricco, “non c’è cosa di più urgente di riportare tutti i nostri ragazzi nella migliore scuola possibile. Non riuscire a riportare tutti in presenza a settembre sarebbe un errore imperdonabile. Dopo aver svuotato gli ospedali, ora dobbiamo riempire le scuole”. Per Baricco, gli effetti psicologici e didattici della pandemia andrebbero quantificati così com’è stato per quelli sanitari, “per capire quanto grande è stata la ferita che non siamo stati in grado di evitare”, ha spiegato. Una riflessione che le commissioni Sanità e Cultura del Senato hanno messo in pratica confrontandosi con giovani, docenti, famiglie ed esperti. “Ora ci aspetta una grande impresa collettiva: dare al Paese una scuola adatta ai nostri tempi, una scuola migliore- ha concluso lo scrittore – Dobbiamo colmare un ritardo oggettivo che riguarda tutti, non solo l’Italia. Dobbiamo voltare pagina, cancellare tutto. Le idee ci sono, ma dobbiamo raccoglierne altre, soprattutto dei ragazzi. È loro che bisogna ascoltare per capire qual è la scuola più adatta ai nostri tempi”. Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, a margine della presentazione del progetto del PalaSalerno ha però affermato: ” Tra un mese e mezzo si aprirà l’anno scolastico in presenza, se non avremo completato la vaccinazione del personale scolastico e della popolazione studentesca, quello delle scuole diventerà un focolaio formidabile di diffusione del contagio. Dato che quest’anno vogliamo avere le scuole in presenza, dobbiamo completare la vaccinazione al di sotto dei 18 anni”. Un’iniziativa che non va giù a molti esperti e associazioni di categoria, tra questi anche il Coordinamento scuole aperte Campania che ha recentemente promosso un Convegno a Napoli per dire no all’obbligo vaccinale per i minori di 18 anni, e per denunciare la prolungata chiusura delle scuole nella Regione amministrata proprio da De Luca.