Cardiologo Giulizia: “Le variazioni del clima possono influire sulla circolazione del sangue e modificare la dilatazione o il tono dei vasi sanguigni”
Afa, sole a picco e temperature africane. Da qualche settimana l’Italia è sotto scacco del caldo e i rischi per l’organismo aumentano, soprattutto per il cuore. “C’è molta preoccupazione per il caldo africano che sta assillando il Paese e questo allarme è molto elevato per i soggetti cardiopatici, che si chiedono cosa possono fare per proteggere il proprio cuore o se devono modificare l’assunzione dei farmaci che prendono. Un cuore stanco fa più fatica a pompare il sangue e a metterlo in circolo, se riusciamo a impegnarlo meno seguendo alcune regole ci ringrazierà”. Lo sottolinea all’Adnkronos Salute Michele Gulizia, presidente della Fondazione per il tuo cuore dell’Associazione nazionale dei medici cardiologi ospedalieri (Anmco) e direttore della Cardiologia dell’ospedale Garibaldi-Nesima di Catania.
“Le variazioni del clima possono influire sulla circolazione del sangue e modificare quella che è la dilatazione o il tono dei vasi sanguigni per cui, così come quanto c’è freddo e si ha una vasocostrizione, quando il cuore e il sistema vascolare vengono esposti al caldo torrido si crea una vasodilatazione che causa una riduzione importante della pressione arteriosa. Questo fenomeno può provocare stress circolatori e influire sul benessere del cure”, avverte Gulizia.
“Affanno, tosse, stanchezza, spossatezza e gonfiore alle gambe e alle caviglie, ma anche perdita di appetito e soprattutto nicturia (l’aumento della quantità di urine emesse la notte) – elenca il cardiologo – quando questi sintomi sono presenti non sempre vengono ben interpretati. Le avvisaglie di un cuore che non funziona bene sono anche una astenia che si associa alla diminuzione della diuresi di giorno e aumento, paradossale, della nicturia. Questa sintomatologia – rimarca – si associa anche ad una iniziale difficoltà respiratoria che la notte può obbligare il soggetto a dormire in posizione con la testa più in alto, la conseguenza è un accumulo di liquidi nelle gambe e la possibilità di avere aritmie cardiache avvertibili”.
‘Per chi prende farmaci attenzione alla pressione e all’idratazione‘
Cosa deve fare chi prende farmaci per il cuore? “Deve fare molta attenzione ai valori della pressione arteriosa che va misurata quando si è seduti e prendendosi 15 minuti di paura – risponde Gulizia – il soggetto che assume una terapia antipertensiva se ha una pressione che va sotto i valori di 120-115 di massima e 80-75 di minima deve ridurre i farmaci ipertensivi o sospenderli temporaneamente. I soggetti che assumono farmaci diuretici devono idratarsi in maniera corretta con acqua oligominerale liscia e non gassata”.
Secondo il cardiologo, “vanno evitati gli sbalzi di temperatura con passaggi improvvisi tra caldo e freddo che possono creare congestioni nei cardiopatici – avverte – Sarebbe preferibile passare le vacanze in collina o in montagna, ma sotto i 1500 metri. Inoltre – consiglia – l’alimentazione va adeguata al caldo: no a cibi grassi, poco sale e una porzione di carne rossa alla settimana e due di pesce, mentre bisogna puntare su cereali, frutta e verdura. Si devono bere 1,5-2 litri di acqua al giorno. E’ sempre opportuno vestirsi leggeri con abiti chiari e poi per chi vive al mare fare attenzione alla pressione arteriosa, il mare – conclude – la fa aumentare e quindi non esporsi al sole tra le 12 e le 16 perché la disidratazione è più temibile. Sono pochi consigli che però possono davvero salvare il cuore”.