E’ stato presentato ieri, 10 giugno, il rapporto annuale dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane, presentata dal dott. Alessandro Solipaca, direttore scientifico dell’ente, attraverso un live stream su Youtube. I dati raccolti inerenti all’anno 2020 mostrano, come ha dichiarato lo stesso Solipaca, un “impatto immediatamente significativo” su tutti i fronti colpiti dalla pandemia.
Contagi e decessi
Il primo dato che è stato fornito è quello dei contagi e dei decessi a livello nazionale: coloro che hanno contratto il virus sono stati oltre 4 milioni, mentre i decessi sono arrivati a quota 126.000. Se il fattore numerico in sé non fosse sufficiente a sconcertare, può esserlo sapere che, secondo il rapporto, in Italia il Covid è diventato la seconda causa di morte per le persone anziane, secondo quanto testimoniato dai dati forniti dall’Istat. Nel rapporto si sottolinea, poi, come questi dati siano distribuiti in maniera assai disomogenea sul territorio nazionale, con un settentrione incredibilmente più colpito. Infatti, in relazione ai decessi, le Regioni più colpite risultano essere la Valle d’Aosta e la Lombardia, che hanno registrato oltre 200 decessi ogni 100.000 abitanti, media che si pone ben al di sopra di quella nazionale, mentre risultano meno colpite le Regioni Piemonte, Liguria e Veneto.
Dati sottostimati
Il dott. Solipaca ha poi fornito uno strumento ulteriore alla lettura dei dati, che ha ritenuto, “probabilmente sottostimati”: lo strumento in questione è il numero di decessi avvenuti nei due mesi di marzo e aprile 2020 a causa di problemi polmonari e influenzali, rapportati al numero di decessi per stessa causa avvenuti nell’arco di tempo che va dal 2015 al 2019, sempre prendendo come riferimento i due mesi di marzo e aprile. In Lombardia, per esempio, il numero di morti per causa nel biennio di riferimento è stato, nel 2020, sette volte superiore, rispetto ai bienni che vanno dal 2015 al 2019. Analogamente l’Emilia-Romagna ha registrato il triplo dei decessi per causa. Alla luce di questa conoscenza ulteriore non risulta azzardato, secondo il direttore scientifico dell’Osservatorio, asserire che parte di questi decessi potrebbero essere dovuti a Covid.
Decessi per altre cause
“La pandemia non ha avuto solo effetti strettamente legati al decesso per Covid”, ha continuato Solipaca, dichiarando che si sono registrati aumenti di decessi dovuti a cause altre rispetto al Coronavirus: nello specifico si è assistito a un aumento del 49% di decessi dovuti a violenze, del 40% di decessi dovuti a patologie ipertensive e del 41% di decessi dovuti a diabete. Molto incisivamente il relatore ha commentato i dati appena enunciati asserendo che “questa emergenza sanitaria ha aumentato la fragilità di persone già fragili”. Il relatore continua ammettendo che questi numeri si riferiscono solo a quanto riscontrato fino a ora: probabilmente in futuro si riscontreranno altri effetti, per così dire, trasversali dovuti alla pandemia.
Aspettativa di vita
Ma tutto ciò ha influenzato la nostra aspettativa di vita? La risposta è indubbiamente positiva e purtroppo l’età media di vita si è abbassata non di poco. Il rapporto Osservasalute parla di un’aspettativa di vita, nel 2020, più bassa di un anno e mezzo per gli uomini e di un anno per le donne. Questa è però la media nazionale: il dottor Solipaca ha fatto presente, infatti, che i dati sono variabili a seconda delle Regioni. I dati più negativi sono stati registrati in Lombardia per quanto riguarda l’aspettativa di vita degli uomini, che è scesa di due anni e sette mesi, mentre quelli relativi all’aspettativa di vita delle donne sono stati riscontrati in Valle D’Aosta, dove è scesa di due anni e quattro mesi. “Questo aumento cospicuo dei decessi ci ha fatto bruciare 10 anni di guadagni di speranza di vita” è stato il commento di Solipaca.
Conseguenze sull’economia
Come prevedibile l’emergenza si è fatta sentire e non poco sull’economia, che ha riportato ferite evidenti e difficili a rimarginarsi. Su tutto risulta significativo l’andamento del Pil nazionale, che è sceso del 5% rispetto al 2019. Di questo andamento negativo le spese maggiori le hanno pagate i settori maggiormente limitati dagli interventi, come il settore turistico e quelli a vocazione culturale, che sono arrivati a perdere il 19% degli utili rispetto all’anno precedente. Risulta incredibilmente chiaro dal rapporto presentato che l’emergenza sanitaria ha toccato ogni aspetto della nostra vita e della nostra società e per il post Covid l’igienista Walter Ricciardi, nel corso del suo intervento, spera che quanto si è vissuto e si vive non venga ignorato e suggerisce che è necessario “un ripensamento radicale della nostra organizzazione sanitaria, perché questa è un’epoca in cui le pandemie si ripeteranno”.