A riferirlo è Pasquale Stanzione il presidente del Garante per la protezione dei dati personali in Italia
“La fonte dei disagi che si stanno verificando non è la privacy, che è un presupposto di libertà, ma la lacunosità della disciplina”. Questa è la risposta di Pasquale Stanzione, presidente del Garante per la protezione dei dati personali in Italia, in un’intervista rilasciata al quotidiano Il Mattino l’aprile scorso, alla domanda sulla effettiva fattibilità del pass vaccinale proposto e, in questo inizio mese, approvato dalla Camera. Per il presidente Stanzione il certificato è “in contrasto, insanabile persino a livello ermeneutico, tra la norma legislativa e il parametro europeo e illegittimo per il trattamento dei dati personali” il cui tema è sempre stato considerato molto delicato dall’Authority.
Il ” Green pass” o “pass vaccinale” è la nuova misura accettata nell’Unione europea, Islanda, Liechtenstein e Norvegia, per agevolare la sicurezza e la tracciabilità degli spostamenti previsti nella stagione estiva. Nello specifico, il documento digitale accerterà l’avvenuta vaccinazione del soggetto contro il Covid-19 e sarà valido per 9 mesi dopo la seconda dose; della sua negatività a seguito di un tampone, la cui validità varrà per 48 ore o della sua guarigione nel caso fosse risultato positivo nei tempi della pandemia e questa casistica ha 6 mesi di validità. Il pass può essere rilasciato, cartaceo o digitale munito di codice QR (“per facilitare la mobilità”), gratuitamente a tutti cittadini che fanno parte dei Paesi membri dell’Ue e tutti quelli esterni all’Unione ma che vi risiedono legalmente o vi hanno diritto di viaggiare.
“Un’intesa internazionale su un green pass globalmente riconosciuto per viaggiare in tempi di Covid resta un’ipotesi piuttosto lontana”. Lo ha dichiarato il ministro della Salute britannico, Matt Hancock, a margine del G7 Sanità, in corso a Oxford. “Vi è un numero di Paesi al mondo – spiega Hancock – che ha annunciato la richiesta della vaccinazione per poter viaggiare e come Regno Unito intendiamo assicurare che ogni britannico abbia un certificato sul suo status vaccinale, ma c’è ancora molto lavoro da fare”. Durante il medesimo incontro è intervenuto anche il ministro italiano della Salute, Roberto Speranza, che invece ha sollecitato “un’accelerazione affinché si attivi in tutti i Paesi membri il certificato verde”.
Bruxelles fa sapere, attraverso un portavoce della commissione europea, che è stato lanciato, l’altro ieri, il gateway Ue: l’infrastruttura tecnica che permette la validazione in sicurezza dei certificati Covid digitali. La Commissione inoltre ricorda che “sono 10 i Paesi connessi su base volontaria al sistema e 7, Bulgaria, Rep. Ceca, Danimarca, Germania, Grecia, Croazia e Polonia, hanno già iniziato a distribuire i certificati ai cittadini”. Il regolamento per l’adozione del Green pass in tutta l’Unione entrerà in vigore dal 1 luglio, mentre in Italia avrà vita dal 15 giugno, come ricordato anche dal premier Mario Draghi in un incontro tenutosi sempre nella capitale belga a fine maggio. L’esecutivo comunitario riferisce che dal 10 maggio a oggi sono 22 i Paesi che hanno “testato con successo” il gateway. Intanto è atteso il vertice decisivo sulla questione dei capi di Stato e di governo che Johnson ospiterà la settimana prossima in Cornovaglia.
di Mario Vittorio D’Aquino