Quanto è importante assumere vitamina C?

Scorbuto: irriducibile compagno di viaggio dei marinai nella storia e nella letteratura, è un ricordo così lontano?

“Ma sovra tutte le altre sciagure questa era la peggiore: crescevano le gengive ad alcuni sopra li denti così de sotto come de sovra, che per modo alcuno non potevano mangiare, e così morivano per questa infermità”. Questi gli effetti dello scorbuto raccontati nei diari del geografo Antonio Pigafetta. Il navigatore vicentino, al fianco di Fernando Magellano nella circumnavigazione del mondo nel 1519, non lesinò particolari nel descrivere il male che decimò l’equipaggio della straordinaria impresa e che oggi sembra quasi un’eco letteraria.

Cos’è lo scorbuto?

Lo scorbuto è una malattia causata dalla mancanza di acido ascorbico o ascorbato, comunemente noto come vitamina C, che è indispensabile per il nostro corpo, in quanto elemento essenziale per l’integrità del tessuto connettivo e del tessuto osseo. Il tessuto connettivo è caratterizzato da diverse tipologie di cellule, per esempio gli osteociti per l’osso o i condrociti per la cartilagine. Non sorprenderà dunque che siano proprio le cellule del tessuto connettivo a essere colpite per prime. Se la carenza di vitamina C è moderata si andrà incontro semplicemente a stanchezzaaffaticamentoirritabilità e aumento della gravità delle infezioni respiratorie, condizioni di particolare rischio soprattutto nell’attuale momento storico caratterizzato della pandemia da Covid-19. Ai sintomi di lieve entità vanno però ad affiancarsi, in caso di grave carenza o di totale assenza di ascorbato, risvolti gravi, come fragilità dei vasi sanguigni, perdita di denti, insufficiente cicatrizzazione delle ferite e riapertura delle vecchie, dolore e degenerazione delle ossa e, infine, insufficienza cardiaca.

Come assumere maggiore vitamina C?

Quando le nostre madri e le nostre nonne ci obbligavano da bambini a mangiare tanta frutta e verdura ci abituavano a fornire al nostro corpo la calce per tenere uniti i tessuti, anche se inconsapevolmente. Infatti, mentre molti animali possono autoprodurre l’acido ascorbico, perché capaci di sintetizzarlo dal glucosio mediante quattro fasi enzimatiche, gli esseri umani hanno perso l’ultimo enzima necessario, perdendo dunque la capacità di portare a termine questo processo. È quindi necessario per noi assumere vitamina C tramite una dieta che ne sia ricca, gli alimenti che meglio assolvono a questo scopo sono la maggior parte della frutta fresca, ma anche pepe, pomodori, patate e broccoli.

La malattia dei marinai

“… Non ho portato indietro niente dal Klondike, se non lo scorbuto…” scriveva Jack London nel 1897 di ritorno dall’estremo nord del continente americano, al confine con l’Alaska. Agli appassionati di romanzi d’avventura potrebbe suonare molto familiare il nome così minaccioso di questa patologia: rimandandolo a qualche passo di Capitani coraggiosi di Kipling o di Moby Dick di Melville. È intuitivo capire perché questa malattia e la sua descrizione compare in quasi ogni romanzo ambientato in mare. I navigatori erano infatti i più suscettibili alla malattia, non avendo la possibilità di conservare per lunghi periodi a bordo frutta e verdura fresca. La decimazione dei marinai a causa della carenza di vitamina C termina nel 1747 grazie all’“esperimento di Lind”. La scoperta del trattamento dello scorbuto, infatti, si fa risalire allo scozzese James Lind, medico di bordo della Royal Navy, il quale eseguì il primo studio clinico sulla piaga: divise in due gruppi dodici marinai affetti da scorbuto, al primo gruppo, che guarì, diede limoni e arance, mentre gli altri continuarono a peggiorare. I dati delle sue scoperte furono pubblicati nel 1753  Trattato sullo scorbuto, per lungo tempo pietra miliare della medicina di navigazione. Questa scoperta non ebbe seguito e ci vollero ben quarant’anni prima che la marina britannica adottasse provvedimenti efficaci per contrastare il morbo. Tuttavia fu presto chiaro che per prevenire la patologia era necessario succo d’arancia o di limone, spesso mischiato al rum per poter essere conservato e usato come bevanda. Addirittura la Royal Navy istituì la regola secondo cui ai marinai dovesse essere somministrato due volte al giorno rum con succo di agrumi, allo scopo di prevenire lo scorbuto. Non ci si deve dunque sorprendere se, nell’immaginario collettivo, dove c’è un marinaio c’è una bottiglia di rum, meno noto, è che quella bottiglia contenesse anche una parte di “aranciata”.

Lo scorbuto è ancora un problema attuale?

Nell’immaginario collettivo lo scorbuto resta il compagno di viaggio dei marinai protagonisti dei romanzi d’avventura dell’800, tuttavia, la patologia permane ancora. Viene riscontrata non solo in regioni sperdute del globo, dove scarseggiano cibi altamente nutritivi, ma, sorprendentemente, possiamo trovarla in luoghi sviluppati e dove il cibo non scarseggia, gli Stati Uniti ne sono un esempio. Uno studio del 1998 dell’Arizona State University ha infatti evidenziato come, su 230 studenti, ben il 10% presentava una grave carenza di vitamina C e che due di loro ne avevano livelli talmente bassi da essere a rischio scorbuto. Solo metà degli studenti presi in esame assumeva la dose giornaliera raccomandata di vitamina C.anche se il corretto apporto quotidiano di questa vitamina è ancora oggetto di discussione in seno alla comunità scientifica internazionale, in Italia la dose giornaliera raccomandata dall’Istituto Superiore di Sanità è di circa 60 mg, l’equivalente di mezzo bicchiere.

Una dose irrisoria ma sconosciuta all’epoca della spedizione di Magellano. All’equipaggio, per salvarsi, sarebbe bastata solo una spremuta d’arancia.