Nel mese di maggio in Italia si esaurisce l’eccesso di mortalità riscontrato nei mesi precedenti e imputabile all’epidemia di coronavirus.
E’ quanto emerso nel Report relativo all’impatto dell’epidemia covid-19 sulla mortalità totale della popolazione residente nel periodo tra gennaio-maggio 2020, redatto congiuntamente dall’Istat e dall’Istituto Superiore di Sanità. In attesa del vaccino, sono state le misure di contenimento non farmacologico a dare risultati nella lotta al virus, secondo le rilevazioni effettuate dai due istituti. Si tratta di un dato che non sorprende e che era stato già auspicato dal noto virologo Giulio Tarro.
Decessi rispetto al periodo precedente
Sono 32.981 i decessi in persone positive al Covid-19. Nonostante le notizie di nuovi focolai sparsi su tutta la Penisola, il 46% dei decessi è avvenuto entro il 31 marzo, il 42% nel mese di aprile e il 12% nel mese di maggio, che ha registrato 4.014 decessi.
A livello medio nazionale, i decessi totali del mese di maggio 2020 risultano lievemente inferiori alla media dello stesso mese del periodo 2015-2019 (47.100 nel 2020, -2,2%), a fronte di un incremento del 49,4% di marzo 2020 (82.260 deceduti) e del 36,6% di aprile (67.135).
Diffusione territoriale
La maggioranza dei decessi Covid-19 si registra nelle Province definite a diffusione “alta” dove è avvenuto l’80% del totale, il 14% nelle aree a diffusione “media” e il 6% in quelle a diffusione “bassa”.
Solo nell’area ad alta diffusione dell’epidemia persiste ancora nel mese di maggio un lieve eccesso di mortalità (3,9%), concentrato nelle regioni più colpite. In linea con quanto rilevato già dalla Società di Medicina Ambientale nel position paper sui rapporti tra inquinamento e diffusione del coronavirus. Il primato spetta alla Lombardia, in cui si osserva anche nel mese di maggio l’eccesso di decessi più marcato (8,6%), sebbene sia considerevolmente inferiore all’incremento del 190% riscontrato nella stessa regione nel mese di marzo e al 112% del mese di aprile. Segue il Trentino Alto-Adige, con un eccesso di decessi nel mese di maggio del 7,1%, comunque più basso rispetto al 69% di marzo e al 71% di aprile. Incrementi inferiori (poco meno del 3%) rispetto alla media 2015-2019 si osservano, sempre nel mese di maggio, anche in Veneto ed Emilia-Romagna, mentre in Liguria sono appena superiori a quelli medi del periodo (0.8%).
Nella maggior parte delle province, anche in quelle ad alta diffusione, i decessi del mese di maggio sono inferiori rispetto alla media 2015-2019. Questo accade anche a Bergamo, provincia simbolo degli effetti drammatici dell’epidemia, a fronte di incrementi dell’ordine del 574% a marzo e del 126% ad aprile.
L’eccesso di mortalità più accentuato nel mese di maggio 2020 si osserva nella provincia di Lecco (20,2%), comunque interessata da una importante diminuzione della mortalità rispetto agli incrementi di marzo (185%) e di aprile (129%).
Nelle classi di province a media e bassa diffusione dell’epidemia l’ammontare dei decessi del mese di maggio 2020 è generalmente inferiore a quello della media del periodo 2015-2019. Tuttavia, in alcune province persiste un eccesso di mortalità: è il caso di Varese e Vicenza (11% circa), Venezia (9%) e Foggia (6%) tra quelle a media diffusione e, ad esempio, di Barletta-Andria-Trani (6%) tra quelle a bassa.
Decessi per genere ed età
Resta costante all’1% la quota dei decessi Covid-19 avvenuti in persone di età inferiore ai 50 anni. La classe mediana di età al decesso è quella 80-84 (75-79 per gli uomini e 85-89 per le donne). Durante il mese di marzo nelle aree più interessate dall’epidemia il numero di morti inizia rapidamente ad aumentare rispetto alla media 2015-2019 dello stesso periodo. L’eccesso di mortalità registrato nei mesi di marzo e aprile 2020 è ancora più accentuato negli uomini. E’ proprio la mortalità degli uomini di 70-89 anni la prima a diminuire già dalla metà di aprile. Si tratta delle classi di età in cui si era osservato l’eccesso di mortalità più consistente: i decessi cumulati dal primo gennaio al 18 aprile 2020 sono aumentati di oltre 60 punti percentuali rispetto allo stesso periodo della media 2015-2019.
Per la classe di età 90 e più i decessi cumulati continuano ad aumentare fino al 28 aprile (raggiungendo un incremento del 53%) quindi iniziano a diminuire. Per gli uomini più giovani (50-59 anni) si osserva una crescita del 32% alla metà di aprile a cui segue una lenta diminuzione.
L’incremento della mortalità nelle donne è più contenuto per tutte le classi di età.I decessi cumulati raggiungono il 26 aprile il 46% in più della media degli anni 2015-2019 per la classe di età 90 e più, che risulta la più colpita dall’eccesso di mortalità. Segue la classe 80-89 anni, con un incremento massimo del 39%. Per le donne di 70-79 anni la tendenza alla diminuzione è anticipata e riscontrabile già dalla prima settimana di aprile, così come per le più giovani (50-59 anni) per cui i decessi cumulati del 2020 superano, a partire dall’ultima settimana di marzo, di 13 punti percentuali quelli della media 2015-2019, mantenendosi stabili fine alla fine di maggio.
A maggio 2020 il fenomeno persiste solo per la popolazione di 80 anni e oltre residente nelle aree ad alta diffusione (8,2%) e in misura minore per i più giovani di 50-64 anni (1,9%).