Su oltre 250 contagiati in Lombardia solo 4 sono i minorenni risultati positivi al coronavirus. 1 in Veneto.
Oggi l’assessore al Welfare della Lombardia, Giulio Gallera, ha ammesso che tra i 259 positivi al coronavirus nella regione, quattro sono minorenni. L’ultima, la più piccola, è una bambina di quattro anni ricoverata all’ospedale San Matteo di Pavia per accertamenti. Gli altri sono due bambini di 10 anni e un ragazzino di 15, tutti riconducibili al cluster lombardo. Non sono state diffuse notizie aggiuntive, al momento, sappiamo solo che due di questi sono stati già dimessi e non hanno avuto complicanze, si trovano quindi in buone condizioni di salute.
La domanda era nell’aria già da molto tempo: se il virus ha effetti più gravi sui soggetti più fragili, si è visto in particolare per gli over 60 e i pazienti oncologici, che effetti avrà sui bambini?
I decessi registrati finora in Italia, undici in totale, dicono che le categorie più colpite sono quelle degli anziani e dei malati cronici, la vittima più giovane è infatti un uomo di 62 anni, già ricoverato a Castiglione d’Adda per una patologia cardiaca e sottoposto a dialisi al momento del contagio. Il trentottenne del Lodigiano, paziente indice dell’epidemia italiana, senza avere patologie pregresse è rientrato nel 5% dei casi che sviluppano gravi conseguenze respiratorie. Al momento è in condizioni stabili presso il Policlinico di Pavia, lo stesso della piccola in osservazione.
Secondo le informazioni diffuse a livello internazionale la categoria più a rischio è quella degli anziani over 80, per i quali è stato registrato un tasso di mortalità superiore al 14%. Non trascurabile, considerato che l’influenza, con le relative complicanze, uccide ogni anno circa 14 casi per mille assistiti, come riportato dall’Iss. All’altro lato della forbice si trovano invece i bambini di età inferiore ai 10 anni, per i quali non sarebbero stati diffusi dati relativi a decessi causati dal coronavirus né in Cina né in altri Paesi colpiti.
Non sono noti i motivi per i quali il covid-19 sia meno aggressivo sui piccoli pazienti, è certo però che l’aggressività del virus sembra essere direttamente proporzionale all’età dei contagiati, ancora una volta trend in linea con quello influenzale. I bambini sembrano anche meno inclini a sviluppare l’infezione, per questo inizialmente si era parlato di una possibile immunità dei più piccoli, ipotesi scartata dalla comunità scientifica.
L’assenza di piccoli contagiati in Italia potrebbe essere collegata al periodo di chiusura delle scuole, coincidente con lo scoppio dell’epidemia.
I dati tuttavia restano incoraggianti: il decorso sintomatico resta infatti meno grave nei bambini, come osservato da Giovanni Maga, direttore dell’Istituto di Genetica Molecolare del Cnr di Pavia: “I bambini non sono immuni al coronavirus, tuttavia i sintomi sembrano essere più lievi rispetto ai soggetti adulti”.
Susanna Esposito, presidente dell’Associazione mondiale per le malattie infettive e i disordini immunologici (Waidid), ha però invitato a mantenere alta l’attenzione, soprattutto nei confronti dei piccoli pazienti con malattie croniche, il 20% dei minori in Italia. Particolare attenzione deve essere riservata ai bambini che soffrono di asma bronchiale, fibrosi cistica, o che sono immunodepressi.
Poco si sa a proposito delle conseguenze sui feti e sulle donne in gravidanza. La FNOMCEO ha però rilevato, sulla base di uno studio effettuato su nove gestanti al terzo trimestre, affette da coronavirus, che non c’è stato passaggio del virus dalla madre al feto, attraverso la placenta. Inoltre, i bambini sono nati tutti vivi e vitali. Secondo la FNOMCEO, alla luce di quanto osservato per le patologie influenzali, “i sintomi causati da questo tipo di coronavirus possano essere più seri e preoccupanti nelle donne in gravidanza”, anche se al momento non ci sono studi sufficienti per dare risposte certe. In Italia, la moglie del paziente indice, incinta all’ottavo mese di gravidanza, non sembra aver sviluppato sintomi gravi, al contrario del compagno.